Uno sciopero della fame per la Palestina

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Uno sciopero della fame per la Palestina

(il mondo visto da Bruxelles – 2)

di Lidia Blandolino – – –

In una delle chiese al centro di Bruxelles (Église Saint Jean Baptiste au Béguinage) dal 16 al 21 giugno è stato organizzato uno sciopero della fame in sostegno alla popolazione palestinese. 22 persone hanno partecipato allo sciopero della fame totale (di cui 10 hanno dormito in chiesa) e quasi 60 persone hanno partecipato in modo parziale (mangiando una volta al giorno soltanto o restando a digiuno totale solo per un giorno o due).

Questa è una chiesa a dir poco particolare, il cui sacerdote (don Daniël Alliët, 80 anni circa) non è nuovo ad iniziative per la difesa dei diritti umani, tanto che non era questo il suo primo sciopero della fame. Credo che questa sia stata la dimostrazione di cristianità più forte ed autentica a cui io abbia mai assistito in prima persona, e non l’avrei mai detto che sarebbe stato a Bruxelles.

La chiesa del beghinaggio sorge nel luogo che nel secolo XIII ospitava la comunità delle beghine, donne religiose e non sposate che non erano parte di un ordine monastico. Queste comunità erano molto diffuse in Belgio, così come in altre zone del Nord Europa, ed erano autogestite dalle donne che ne facevano parte.

Forse per questo questa chiesa in particolare sembra perfetta per ospitare la “house of compassion”, un’associazione religiosa che ha come valore fondante quello di occuparsi di tutti gli “ultimi” della società, tra cui il popolo palestinese, abbandonato da tutti nonostante il genocidio che sta avvenendo davanti ai nostri occhi.

Questa comunità si è riunita intorno a Omar Karem, un giornalista palestinese di Gaza, richiedente asilo in Belgio, che aveva già intrapreso uno sciopero della fame di 60 giorni nel 2024 e coordina l’associazione “Palestinian Refugees for Dignity”. L’obiettivo è smuovere sempre di più la società civile e spingere l’Unione Europea e gli Stati Membri a prendere posizioni nette, e non solo a parole, contro il governo di Israele e i suoi atti contrari al diritto internazionale.

Lo sciopero della fame organizzato nella chiesa di don Daniel si inserisce in un contesto più ampio di scioperi in tutta Europa e nel mondo, tra cui anche una sorta di staffetta di persone che digiunano e siedono permanente nella piazza davanti al Parlamento Europeo in Place du Luxembourg per smuovere le coscienze degli europarlamentari.

Questo lunedì 23 giugno il Consiglio dell’Unione Europea ha riunito i ministri degli Esteri dei 27 stati membri che hanno votato, tra le altre cose, per decidere se sospendere o meno, l’accordo di associazione UE-Israele, dato che è stato riconosciuto con un rapporto dell’Alta Rappresentante dell’Unione Europea Kaja Kallas, che il governo israeliano sta violando le disposizioni sui diritti umani presenti nell’accordo. Si è deciso di rinviare eventuali sanzioni a Luglio.

Certamente le proteste non si fermeranno, a Bruxelles e nel mondo, e chissà che sempre più comunità cattoliche prendano esempio dalla Chiesa del beghinaggio e aprano le loro porte a chi chiede dignità e giustizia.

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