Lettera al mio Salento: pregi e consigli di una turista che vi ha lasciato il cuore

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Lettera al mio Salento: pregi e consigli di una turista che vi ha lasciato il cuore

di Nicoletta Borrini

Mi presento: sono una turista della provincia di Parma, una di quelle che potreste definire “habitué“. Ogni anno, da diverso tempo, la mia famiglia e io carichiamo la macchina e puntiamo dritti verso sud, con una destinazione precisa nel cuore e nel navigatore: il Salento. Villeggiamo da anni a Pescoluse, splendida Marina di Salve, ma il nostro amore si estende a tutto quel tratto di costa magico che da Castro arriva fino a Torre Suda, un susseguirsi di meraviglie che non ci stanca mai.

Se scegliamo di tornare, anno dopo anno, è per un motivo semplice: qui ci sentiamo a casa. È per il clima che ti accarezza la pelle, per il mare che assume tutte le sfumature del turchese, per le spiagge, le calette e gli scogli che cambiano aspetto a ogni chilometro, non essendo mai uguali a sé stessi. E, soprattutto, è per le persone: simpaticissime, corrette, di una gentilezza che riscalda l’anima.

Ma l’amore, quello vero, non è cieco. Anzi, proprio perché amo questa terra, mi permetto di sognarla ancora più bella, di immaginarla al massimo del suo potenziale. Se potessi agitare una bacchetta magica, la mia prima magia sarebbe per la spiaggia di Pescoluse. La ricordo qualche anno fa, più larga, con le sue dune maestose e un’arena sabbiosa che sembrava infinita. Oggi, quella bellezza si è ridotta: fai quindici metri e sei già in acqua. Mi auguro si possa trovare un modo per restituirle l’ampiezza e il respiro di un tempo.

Spesso sento dire che il Salento è diventato caro, ma da turista che frequenta anche altre mete, non sono d’accordo. 5€ per un parcheggio per l’intera giornata è un prezzo onesto. 15€ per due lettini e un ombrellone sono un sogno se penso che in Toscana o in Romagna ne spendiamo anche 35. La differenza, però, sta nei servizi inclusi: lì, a quel prezzo, i lidi offrono bar aperti dalle 6:00 del mattino per le colazioni, toilette impeccabili, aperitivi con musica dal vivo e campi da beach volley o tennis. Amo il Salento per la sua calma e il suo mare impareggiabile, ma un piccolo sforzo sui servizi renderebbe l’offerta imbattibile.

Il mio sguardo non si ferma alla costa. Il Salento è anche un entroterra ricco di tesori che, a mio avviso, meriterebbero più cura, a partire dall’asfalto di alcune strade. Penso a un modello che conosco bene, quello della mia Emilia, la “Food Valley“. Immagino percorsi enogastronomici strutturati anche qui. A Presicce, il paese dell’olio, perché non organizzare visite guidate nei frantoi, aperti e accoglienti, proprio come da noi si fa con i caseifici del Parmigiano o i prosciuttifici di Langhirano? Creare un “museo dell’olio” o percorsi ciclabili che leghino le eccellenze del territorio sarebbe un modo per valorizzare le strutture esistenti e attrarre un turismo più curioso e destagionalizzato.

Infine, alcuni suggerimenti pratici, dettati dall’esperienza. Servirebbero più autobus per collegare l’aeroporto al litorale, un aiuto enorme per i turisti, specialmente stranieri. Servirebbero più attività per le famiglie e i ragazzi: un minigolf, un centro per il noleggio di sup e moto d’acqua. E poi, quelle piccole attenzioni che fanno la differenza: piantare alberi nei parcheggi per creare un po’ d’ombra (in Romagna hanno installato pensiline con pannelli solari che alimentano il lido!), educare a parcheggi più civili (un furgone davanti ad un ristorante di Posto Vecchio è ormai parte dell’arredo urbano!) e avviare la stagione turistica già a metà maggio, quando il clima è perfetto.

Queste non sono critiche, ma desideri. I desideri di una turista innamorata che ogni anno torna a casa con la pelle ambrata e un pezzetto di Salento nel cuore, sognando di ritrovarlo, l’anno dopo, ancora più splendente.

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