MARCO CAPPATO CI SCRIVE

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MARCO CAPPATO CI SCRIVE

Quando ci siamo autodenunciati, avevamo messo in conto la possibilità. Ora abbiamo la conferma: saremo processati.

La notizia è questa: Chiara Lalli, Felicetta Maltese e io saremo processati a Firenze per aver aiutato Massimiliano, un uomo di 44 anni con una malattia incurabile e invalidante, a porre fine alle proprie sofferenze in Svizzera. La Giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura e ha disposto l’imputazione coatta nei nostri confronti. Rischiamo fino a 12 anni di carcere. Lo sapevamo, e lo rifaremmo.

Quando abbiamo aiutato Massimiliano ad andare in Svizzera, eravamo consapevoli dei rischi. Non ci siamo nascosti e non volevamo farlo, anzi: ci siamo autodenunciati per portare davanti alle istituzioni e all’opinione pubblica lo scandalo di una proibizione che produce sofferenza e violenza.

Rispettiamo le decisioni dei giudici, e le rispetteremo qualunque sarà il verdetto. Chi rimane immobile, invece, è il Parlamento. Siamo di fronte ad un’inerzia che colpisce innanzitutto i più deboli, chi subisce come una tortura condizioni di sofferenza insopportabile. Non possiamo accettarlo.

Sono passati 6 anni dalla prima sentenza della Corte Costituzionale “Cappato-Antoniani (DJ Fabo)”, e ancora il Parlamento non ha ascoltato i richiami della Corte e non ha legiferato.

Mentre tutti a parole ripetono che “ci vuole una legge”, è evidente che ormai si tratta di una scelta precisa per evitare di assumersi la responsabilità su un tema che poco si presta ai giochini di partito e di fazione.

Chiara, Felicetta e io abbiamo scelto la strada della disobbedienza civile per cambiare una legge ingiusta. Crediamo nella libertà di scegliere, fino alla fine, proprio come tanti altri italiani, ed è per questo che oggi facciamo una richiesta alle persone più sensibili.

Chiediamo di sostenere con una donazione l’Associazione Luca Coscioni, per organizzare al meglio la nostra difesa e per informare, per fare sì che le persone sappiano cosa sta accadendo oggi in Italia e come le istituzioni stiano calpestando la libertà di scelta di chi soffre.

Le risorse da impiegare, in termini di tempo e soldi, per affrontare al meglio il processo sono significative, ma ancora di più sono indispensabili risorse ingenti per coinvolgere l’opinione pubblica senza poter contare sui media tradizionali e fare pressione sul Parlamento per fare una buona legge. Un lungo percorso che richiede altri sforzi e nuove disobbedienze. Con altre 6 indagini in corso e un nuovo pronunciamento in vista da parte della Corte costituzionale, siamo ad un momento di svolta, ed è proprio per questo che ora più che mai dobbiamo unire le nostre forze per raggiungere l’obiettivo.

Ci presenteremo in tribunale a testa alta perché per noi è stato un dovere aver aiutato Massimiliano ad esercitare la propria libertà. Sarà lo Stato a decidere se riconoscerlo come un diritto alle persone nelle sue condizioni.
Grazie per tutto quello che potrete fare. Un abbraccio

 Marco Cappato
Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni

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