Ottima disamina,rende chiara la situazione attuale dell' operaio ...pochissimo potere di contrattazione...quasi da spalle al muro..
Referendum 2025: per un risarcimento giusto
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Referendum 2025: per un risarcimento giusto
di Alfredo Sanapo – – –
QUESITO N.2 (scheda arancione)
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»
Il quesito richiede la cancellazione del tetto massimo all’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo attualmente fissato a 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto.
Attualmente, un lavoratore dipendente di una impresa con meno di 16 dipendenti può ottenere al massimo 6 mensilità di risarcimento in caso di licenziamento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene circa 3 milioni e 700mila dipendenti in uno stato di forte soggezione.
Per affrontare questa situazione, il quesito referendario propone la cancellazione del tetto massimo all’indennità nei licenziamenti illegittimi proprio per queste imprese. L’obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora, eliminando il limite delle sei mensilità affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun tetto prestabilito.
Tuttavia, è bene sottolineare che la modifica da sola non assicura automaticamente che i giudici stabiliscano compensi più elevati. Per garantire una tutela più efficace, sarebbe necessario un intervento normativo più ampio, che riveda sia il livello minimo che quello massimo dell’indennizzo, anziché limitarsi alla sola rimozione della soglia superiore.
Senza dubbio, l’introduzione di un indennizzo più equo, che tenga conto di parametri quali l’età del lavoratore, i carichi di famiglia e la capacità economica aziendale, rappresenterebbe un passo positivo. Ma, oltre all’equità garantita da tali parametri, servirebbero altre certezze, dei “paletti” normativi.
Votando SI
Viene eliminato questo limite massimo.
Votando SI
Garantiamo una maggiore tutela dei lavoratori delle piccole imprese.
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