un 4 luglio italiano

un 4 luglio italiano

di Alfredo De Giuseppe – – –

Il 4 luglio si festeggia il giorno dell’Indipendenza americana dalla Gran Bretagna, avendo adottato in questo giorno del 1776 la Dichiarazione d’Indipendenza redatta da Thomas Jefferson. La giornata di festa si rafforzò, in modo sempre più evocativo, quando lo stesso Jefferson e John Adams, due Padri Fondatori, morirono entrambi il 4 luglio 1826, esattamente 50 anni dopo l’indipendenza.

Il 4 luglio negli Stati Uniti è anche sinonimo di grigliata patriottica! Il cibo è parte fondamentale della celebrazione: per lo più Hamburger e hot dog, serviti con ketchup, senape, relish e cipolle, ma anche costine di maiale o pollo e non manca il mais alla griglia condito con burro, sale e spezie piccanti. I contorni non sono da meno: uova sode, insalata di cavolo e carote con salsa cremosa e soprattutto baked beans cioè fagioli stufati in salsa dolce e affumicata.

Si mangia male ovunque, sotto la bandiera a stelle e strisce. Non c’è una casa che non abbia almeno un paio di bandiere esposte su tetti e balconi, è un tripudio di nazionalismo a basso costo.

Questa è l’America, quella degli USA, quella che si era liberata dagli europei ma ha convissuto con la segregazione razziale fino al 1968, quella delle opportunità e delle ricchezze stratosferiche ma che ancora oggi continua ad avere oltre 50 milioni di suoi abitanti sotto la soglia di povertà. Quell’America che ha eletto il semidittatore Trump, quell’uomo un po’ confuso che vuole eliminare ogni forma di dissenso, anche quella di Elon Musk, suo intimo amico fino a poche settimane fa. L’ America che minaccia tutti gli altri Paesi, che sinceramente mi fa pena, pensando al vuoto cosmico della maggioranza dei suoi abitanti.

Ma mi fa ancora più pena, in un vortice di sentimenti quasi patriottici, vedere i nostri politici di oggi europei festeggiare il 4 luglio meglio e con più enfasi rispetto alle nostre feste nazionali. Succede così che in Italia il primo ministro, due vice e un presidente della Camera (seconda carica dello Stato) si ritrovino tutti insieme all’Ambasciata americana a festeggiare, sorridenti e felici, mentre una foto così non si riesce a vedere il 25 aprile o il 2 giugno.

C’è da rimpiangere il filo atlantismo della DC novecentesca che, per quanto sottomessa al volere politico del governo USA, conservava quel minimo di dignità, di senso dello Stato, di tolleranza, di visione mediterranea, di pacifismo vero.  

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