“Voce del sen fuggita poi richiamar non vale”

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“Voce del sen fuggita poi richiamar non vale”

Voce del sen fuggita poi richiamar non vale”. La parola detta non sa tornare indietro. (Treccani). La frase di Metastasio è emblematica della vicenda Marasco, svoltasi in Alessano dal 25 aprile al 19 maggio 2025.

In anticipo e per completezza di informazione conviene fare un po’ di cronistoria sulla figura dell’assessore. Padre figura di spicco del MSI, lui stesso militante in quel partito, nel 1993 viene candidato in una lista del centrosinistra, allora guidata dal futuro sindaco di Alessano Cosimo Del Casale. La lista vince le elezioni e Marasco viene eletto consigliere. In un certo senso viene sdoganato. In piccolo, una operazione equivalente a quella fatta nei confronti di Fini.

Da allora Paolo Marasco siede ripetutamente nel consiglio comunale ora in maggioranza ora in opposizione fino ad essere eletto alle ultime elezioni nella lista guidata da Osvaldo Stendardo e gli viene conferita la carica assessorile. Fin qui nessun problema, siamo nel normale gioco democratico, quel gioco, vorrei ricordare, permesso dalla Costituzione italiana figlia della Resistenza. Riporto le parole di Vittorio Foa senatore della repubblica, partigiano a Giorgio Pisanò senatore del MSI nel 1987: “se aveste vinto voi io sarei ancora in galera, siccome abbiamo vinto noi tu sei senatore, questa è una differenza capitale”.

L’assessore Marasco dovrebbe rifletter su questa frase molto semplice. Egli è assessore in quanto c’è in Italia una costituzione repubblicana che lo protegge, ma quella costituzione va rispettata. In privato è possibile tranquillamente esprimere le proprie opinioni, ma nel momento in cui si ricopre una carica pubblica non si può attaccare la data fondante della nostra repubblica come il 25 aprile senza pagare pegno.

Ci siamo tolti dalle palle il 25 aprile” si può dire agli amici, ma non lanciarlo in un post pubblicato sui social il mattino del 26 aprile e poi ritirarlo dopo poche ore con delle scuse ridicole, tipo “il 25 aprile è divisivo”. Sarà divisivo per l’assessore Marasco e per quelli che la pensano come lui, ma non per il popolo italiano.

E qui veniamo al Consiglio Comunale del 19 maggio, chiamato ad esprimersi sulla mozione di sfiducia presentata dalla minoranza nei confrontidell’assessore Marasco. L’assessore in questione non si è presentato in aula con la scusa di non poter votare ed ha mandato un suo scritto in cui ha comunicato la consegna delle deleghe al sindaco. I consiglieri di maggioranza si sono dichiarati tutti, più o meno, antifascisti, ma al momento del voto hanno votato compatti per la maggioranza. Un oltraggio nei confronti della comunità di Alessano e Montesardo e anche nei confronti della storia, visto che questo stigma rimarrà per sempre su questa maggioranza.

Quel che è certo è che una pagina nera della piccola storia di Alessano si è chiusa con una grande partecipazione popolare che ha costretto i componenti di questa maggioranza ad una pessima figura. Qualcuno dovrà fare i conti con la propria coscienza.

ANPI   Sezione Alessano-Capo di Leuca

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Redazione

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