Ottima disamina,rende chiara la situazione attuale dell' operaio ...pochissimo potere di contrattazione...quasi da spalle al muro..
Il “rifiuto” delle proroghe
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Il “rifiuto” delle proroghe
di Alfredo Sanapo —
Dopo le polemiche che hanno riguardato le discariche di Ugento e Corigliano d’Otranto, il Salento non trova pace in tema di rifiuti. La settimana scorsa, infatti, il Comune di Poggiardo ha presentato un ricorso al TAR di Bari contro la Regione Puglia, contestando la decisione di prorogare il funzionamento dell’impianto di biostabilizzazione dei rifiuti di Poggiardo fino al 31 dicembre 2025. La Regione aveva modificato il Piano Regionale dei Rifiuti, estendendo la scadenza della concessione oltre la data prevista il 2 giugno 2025.
Secondo il Comune di Poggiardo, la decisione regionale è illegittima e in contrasto con il Piano dei Rifiuti approvato nel 2021. La vicesindaco Antonella Pappadà ha dichiarato la proroga “inaccettabile” e che “il Comune intende tutelare l’ambiente e il benessere dei cittadini“. Il sindaco Antonio Ciriolo ha ribadito la posizione del Comune di voler chiudere la partita dell’impiantistica dei rifiuti a Poggiardo, considerando che “la comunità ha già dato un contributo enorme alla politica regionale in materia di rifiuti dal 1997. Il Comune intende difendere gli interessi dei cittadini e del sistema economico del territorio”.
Per orientare il lettore sul ruolo strategico giocato dall’impianto di biostabilizzazione di Poggiardo e su come è maturata la situazione di questi ultimi giorni, di seguito, propongo una breve cronologia sul sito.
NASCITA E PRIMI SVILUPPI DEL SITO
La storia della nascita della discarica di Poggiardo è legata alle vicende della gestione dei rifiuti in Italia. Negli anni ’90, essa diviene un problema critico in Puglia a causa della mancanza di impianti di trattamento e smaltimento adeguati. Al fine di sopperire ai bisogni dei 6 comuni del circondario, nel 1993, in località Pastorizze a Poggiardo viene attivata e inaugurata una discarica con una capacità di 128.000 m³. Nel corso degli anni, la discarica subisce ampliamenti, raggiungendo 218.000 m³ di capienza. A recepimento del DLgs n. 22 del 5/02/1997 (Decreto Ronchi), la Regione Puglia inizia a pianificare la costruzione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti e la discarica di Poggiardo viene individuata come sito idoneo a trattare i rifiuti urbani e speciali della provincia di Lecce.
LA SPERIMENTAZIONE E LA PROROGA DELL’ATTIVITÀ
Il 31 luglio 2006, il Commissario Delegato convoca un incontro con la Sud Gas s.r.l. per definire modalità, tempi e costi di una sperimentazione sulla biostabilizzazione dei rifiuti urbani. Il 3 novembre dello stesso anno viene siglato un accordo tra Sud Gas s.r.l., l’Autorità per la gestione dei rifiuti urbani Le/2 e la Provincia di Lecce per attivare la sperimentazione e realizzare le necessarie integrazioni impiantistiche. Il 21 dicembre Il Commissario Delegato con l’ordinanza n.51 autorizza il funzionamento dell’impianto per il trattamento di biostabilizzazione e selezione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti dai Comuni dell’ATO-Le/2 fino al 31 dicembre 2007. Il 25 gennaio 2007 i primi risultati della sperimentazione condotta presso l’impianto Sud Gas di Poggiardo da Università di Bari e Lecce e Arpa Puglia indicano che il rifiuto trattato non è idoneo per la classificazione come CDR o per il ripristino ambientale.
Il 18 ottobre 2007 il Consiglio Comunale monotematico a Poggiardo, congiunto tra maggioranza e opposizione, richiede la chiusura dell’impianto gestito da Sud Gas s.r.l.
A causa di problemi tecnici ed ambientali, l’attività dell’impianto prosegue oltre la data stabilita del 31 dicembre 2007. Nel corso del 2008, l’emissione di odori sgradevoli e disagi per la popolazione locale porta a richieste di chiusura dell’impianto da parte di cittadini e autorità locali. Ed infatti, il 18 dicembre 2008, il TAR dispone la chiusura temporanea dell’impianto, a causa di problematiche ambientali e irregolarità operative riscontrate.
RIAPERTURA, REGOLAMENTAZIONI E RICHIESTE DI CHIUSURA
Qualche tempo dopo la riapertura, Il 17 giugno 2009 Il sindaco Silvio Astore emette un’ordinanza per regolamentare il conferimento dei rifiuti nell’impianto al fine di evitare incolonnamenti e fuoriuscite di percolato. Il 17 novembre Il consigliere regionale Aurelio Gianfreda sollecita la chiusura dell’impianto di biostabilizzazione, evidenziando i disagi causati dai cattivi odori e la mancanza di certezze sull’attivazione del nuovo impianto previsto.
Nel tempo, la discarica e l’annesso impianto di biostabilizzazione sollevano preoccupazioni per le emissioni di biogas non controllate, causando odori sgradevoli e potenziali rischi per la salute dei residenti. Nel 2014, un’indagine evidenzia la mancanza di misure adeguate alla captazione del biogas, con conseguenti disturbi come emicranie, irritazioni e problemi respiratori tra la popolazione locale. Sulla scorta di questa evidenza, il 21 marzo 2014 Il Consiglio Comunale di Poggiardo si esprime all’unanimità contro la trasformazione dell’impianto di biostabilizzazione in impianto di compostaggio, chiedendo anche la disattivazione dell’installazione esistente per tutelare la salute pubblica e l’ambiente.
EMERGENZA DI CONVERSANO E GESTIONE ORDINARIA
Invece, nel giugno 2014 a causa della chiusura temporanea dell’impianto di Conversano (BA) per manutenzione, la Regione ordina il trasferimento straordinario di 150 t/die di rifiuti a Poggiardo. La decisione suscita la disapprova da parte dei cittadini. Nel periodo 2014–20 l’impianto di biostabilizzazione continua a operare servendo in regime ordinario 26 comuni del sottobacino LE.2 sub 2, non senza la persistenza di criticità legate alla gestione dei rifiuti, agli incomodi arrecati ai residenti e alle preoccupazioni ambientali.
NUOVO PIANO REGIONALE: CHIUSURA, PROROGA E RICORSO
Nel 2021, il Consiglio Regionale approva un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, che prevede la chiusura dell’impianto di Poggiardo il 2 giugno 2025.
L’8 dicembre 2023 a causa della chiusura temporanea di altri impianti regionali si verifica un sovraccarico della discarica, con oltre 120 camion bloccati all’ingresso che creano difficoltà significative al traffico e sollevando ulteriori preoccupazioni ambientali. L’emergenza si protrae fino al gennaio 2024. Così, il 16 maggio 2024 per alleviare la pressione sull’impianto, viene autorizzato l’ampliamento dell’impianto di smaltimento di Statte (TA), destinato ad accogliere i rifiuti urbani prodotti nel territorio leccese.
Il 23 gennaio 2025, su richiesta del sindaco di Poggiardo, Regione Puglia e Ager effettuano un sopralluogo nell’impianto di biostabilizzazione e nella ex discarica, con l’obiettivo di rispettare i tempi di chiusura prefissati al termine della concessione (2 giugno 2025) ed eliminare tutte le forme di criticità che hanno gravato nel tempo. Ma, con delibera n.130 dell’11 febbraio 2025 della Giunta Regionale, l’attività dell’impianto di biostabilizzazione viene prorogata fino al 31 dicembre 2025: la decisione provoca il malcontento della comunità locale che chiede il rispetto della scadenza per la chiusura. Le proteste inascoltate della popolazione giungono alle vie legali con la presentazione il 13 maggio scorso del ricorso al TAR da parte del Comune di Poggiardo in cui si sostiene che la proroga del funzionamento dell’impianto sia in contrasto con il Piano Regionale dei Rifiuti e la Giunta non abbia competenza per modificarlo.
CONCLUSIONI
La storia della discarica di Poggiardo riflette le sfide nella gestione dei rifiuti e l’importanza di un equilibrio tra esigenze operative e tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Le mobilitazioni della comunità locale evidenziano una crescente coscienza e l’impegno per un futuro più sostenibile.
Al di là di tutto, resta incomprensibile l’insensibilità della Regione alle istanze della collettività di fronte a pericoli e disagi oggettivi. Così come oscura appare la perseveranza dell’Ente a ricorrere di continuo all’escamotage della proroga. Da un lato essa consente di elargire all’elettorato un contentino illusorio allora scopo di spiaggiare la maggioranza da una legislatura all’altra, dall’altro ad alcuni personaggi di opposizione, inconsistenti in Aula, permette di ergersi a paladini dell’ambiente quando ormai i giochi sono fatti. Di fronte al netto “rifiuto” della proroga da parte della popolazione, rimane sempre aperta la porta ad un confronto serio che elabori una gestione alternativa e non eternamente provvisoria per il bene di tutti.
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